venerdì 27 agosto 2010

Globalizzazione e diritti dei lavoratori

Era inevitabile. Dopo aver fatto entrare nel WTO (World Trade Organization) alcuni paesi asiatici del terzo mondo (dove i diritti dei lavoratori sono di gran lunga inferiori a quelli dei lavoratori occidentali), i diritti dei lavoratori in Europa ed in Occidente in genere, cominciano ad essere messi in discussione. Secondo alcuni neo-liberisti (a torto) i nostri lavoratori hanno troppi diritti e sono pagati troppo; secondo loro ciò sarebbe sbagliato in una economia globalizzata.

Io invece penso che sia stato sbagliato fare entrare i grossi paesi asiatici nel WTO, in quanto il loro ingresso ha di fatto destabilizzato l'area sociale dei diritti dei lavoratori nei nostri paesi, di fatto creando milioni di disoccupati, cassaintegrati e precari. O perlomeno, è stato sbagliato il modo in cui hanno fatto entrare nel WTO questi paesi asiatici. Se ad esempio, i paesi del terzo mondo avessero avuto la possibilità di esportare liberamente solo materie prime, manufatti tipici locali, potendo importare liberamente allo stesso tempo prodotti tecnologici occidentali e manufatti occidentali, lo scambio commerciale sarebbe stato forse un tantino più equo e vantaggioso per entrambi. Infatti, l'Occidente non ha molte materie prime a disposizione, e pertanto avrebbe tratto grosso vantaggio dall'importare materie prime a prezzi competitivi. Ma la globalizzazione, così come è stata interpretata e gestita dagli utopici pensatori fautori del neo-liberismo (applicata indiscriminatamente a tutte le merci, compresi i prodotti tipici del manufatturiero), ha portato solo morte e distruzione in Occidente, non dando di fatto alcun vantaggio competitivo alle nostre imprese ed ai nostri lavoratori. Infatti, la globalizzazione neo-liberista e le ditte asiatiche, hanno tolto lavoro ed ordini alle piccole, alle medie ed alle grosse industrie, causando di fatto licenziamenti e cassaintegrazione per milioni di operai.

http://www.portalecnel.it/Portale%5CRassegnaStampaWeb.nsf/0/C12575C30045F725C12577370022357A/$FILE/054-S0UL8.pdf

Figuratevi, che adesso noi non siamo più nemmeno bravi a produrre le caffettiere. In Asie le producono a 2-3 euro cadauna e le caffettiere asiatiche sono ormai negli scaffali di tutto il mondo ed hanno sostituito di fatto le caffettiere italiane. Da noi, con il costo del lavoro che abbiamo (possibilmente ancora insufficiente, ma di certo frutto di anni di giustissime lotte operaie) una caffettiera costa alla produzione 5 euro. Ma i 2 euro in più che costa unacaffettiera italiana, a chi vanno ?  Semplice, con i 2 euro in più a caffettiera, si ci pagano i nostri operai, i loro diritti e le loro pensioni future. Questi "2 euro in più a caffettiera", sono probabilmente il minimo prezzo da pagare per manterene da noi in Occidente l'occupazione, la giustizia sociale, la pace sociale fra le classi, evitando le lotte fratricide e le bidonvilles e le banlieus alle periferie delle città. Chi sostiene (a torto) che sia giusto importare le caffettiere dall'Asia, io rispondo che se fossero caricate di un dazio di 2-3 euro a caffettiera, la cosa sarebbe tutto sommato accettabile. La libera concorrenza nel mercato porta tutto sommato buoni frutti, ma a patto che non venga messa a repentaglio la stabilità sociale ed i diritti dei nostri lavoratori.


L'ostinarsi a non volere mettere dazi sui manufatti asiatici, prodotti in condizione di evidente DUMPING SOCIALE E FISCALE, è solo pericoloso e deleterio per tutti noi.

Persino i super libertari Stati Uniti, che tanto hanno fatto nei decenni scorsi per promuvere la globalizzazione neo-liberista (di fatto riuscendoci), oggi sono in una situazione di evidente "imbarazzo", essendo ormai le loro imprese non più in grado di competere con i colossi asiatici che producono manufatti da esportare in evidente situazione di dumping sociale e fiscale. Adesso gli USA, che stanno pagando una disoccupazione crescente al 10%, ovvero a livelli mai visti prima, devono lottare contro il surplus spaventosio dell'Asia, della conlonizzazione capitalista delle loro imprese, comprate a suon di dollari "asiatici", adesso vorrebbero che le monete asiatiche fossero sopravvalutate, così da rendere il costo delle merci importate negli USA, più in linea con i costi di produzione statuintensi. Ma come ? Non erano gli USA i primi fautori del neoliberismo globalizzatore ? E adesso gli stessi USA chiedono ai paesi asiatici di amentare il valore della loro moneta ? Gli USA infatti sono stati vittima di ciò che essi stessi pensavano come un processo che andava solo a loro vantaggio. Ma pagare un operaio 100 euro al mese, potendolo di fatto sfruttare e facendolo lavorare come uno schiavo per 16 ore al giorno, evidentemente per i neo-liberisti americani, poteva essere solo un grosso vantaggio, che avrebbe portato solo denaro nelle loro casse di capitalisti globalizzatori. Ma un operaio, un uomo vale molto di più di tutta la super tecnologia posseduta dagli USA, in quanto probabilmente gli utopisti neo-liberisti avevano sottovalutato un fattore importantissimo: il valore dell'essere umano, che vale molto più di 1000 macchine e delle nostre super-tecnologie; tutto ciò in Asia lo sapevano bene, dal momento che producono manufatti a prezzi super competitivi, in regime di dumping sociale,  pagando i loro operai con stipendi da fame, alla faccia delle nostre mega-aziende super tecnologiche.

Il vero errore è adesso non innalzare barriere doganali e protettive nei confronti dei prodotti lavorati che giungono dall'Asia. Vanno alzati i dazi su tutti quei prodotti lavorati e finiti, che vengono prodotti in Asia in regime di dumping sociale. Il dazio aggiuntivo dovrebbe andare in un fondo di solidarietà per i nostri lavoratori italiani, al fine di elaborare nuove strategie di tutela lavorativa e sindacale. E' giusto che i prodotti asiatici comincino a costare di più, al fine di aiutare le nostre economie.

Se io voglio produrre in Italie delle magliette, assumendo in regola 100 operai, è giusto che lo Stato mi metta in condizione di potere vendere i miei prodotti sul libero mercato comunitario, non subendo la concorrenza sleale dei produttori asiatici, che pagano un operaio 100 euro al mese. A me per assumere un operaio in regola, i 100 operai costano approssimativamente 200.000 euro al mese (compresi i contributi sociali e previdenziali), contro i 10.000 euro al mese che paga un'azienda asiatica. Per lo Stato la tutela del lavoro credo dovrebbe essere un obbligo, anche in funzione del fatto che lo Stato dovrebbe tutelare oltre al mio diritto di imprendere, anche il lavoro ed i diritti dei miei 100 operai regolarmente assunti. Se a me produrre magliette, con 100 operai mi costa 3 euro a meglietta (quando in Asia costa 0.5 euro a maglietta), allora lo Stato dovrebbe giustamente caricare in dogana di un dazio "socialmente compensativo" le magliette dei miei concorrenti asiatici, imponendo una nuova tipologia di dazio, cosiddetta di di "solidarietà sociale e previdenziale".

Chi sostiene che i prodotti finiti provenienti dall'Asia non debbano essere tassati alle dogane, non pensa ai diritti delle nostre industrie, dei nostri figli e de nostri lavoratori.

Un paese occidentale evoluto dal punto di vista sociale del lavoro, non può e non deve importare merce finita, lavorata in Asia secondo standard lavorativi non coerenti con le nostre politiche sociali. In Asia un lavoratore viene pagato circa 100 - 150 euro al mese, e non ha affatto tutti i diritti di cui godono i nostri lavoratori in Occidente. Quando le merci asiatiche, giungono sul mercato, danneggiano il mercato del lavoro, causando di fatto la chiusura di migliaia di aziende e la conseguente perdita di preziosissimi posti di lavoro. Ciò non è accettabile da un punto di vista sociale, e lo Stato democratico non può pendere dalle labbra degli utopici fautori del neo-liberismo più spinto, di fatto aprendo le frontiere ai prodotti asiatici a basso costo. Già in USA stanno iniziando a praticare dazi sulle importazioni dei manufatti asiatici. Sarebbe ora che anche l'Europa facesse la stessa cosa, imitando gli Stati Uniti, visto che tutto sommato noi siamo solo capaci di "copiare" le idee altrui, giuste o sbagliate che siano; almeno copiamo gli USA nelle cose giuste.

venerdì 20 agosto 2010

Puntatori laser illegali

Salve Mondo.

3 Anni fa, esattamente nel mese di Agosto del 2007, scrissi un articolo relativo ad un nuovo fenomeno all'epoca del tutto nuovo, ma che si cominciava a presentare in tutta la sua potenziale pericolosità: la commercializzazione indisturbata di PUNTATORI LASER ILLEGALI, nelle bancarelle delle fiere di paese, articolo che si può raggiungere al seguente link: http://tekhnologhia.blogspot.com/2007/08/puntatori-laser-fuorilegge.html

Da allora ad oggi, le autorità hanno fatto migliaia e migliaia di sequestri di puntatori laser in tutta Europa (clicca qui), ma il fenomeno, nonostante la stretta repressiva delle autorità, fatica a ridursi, e ancora oggi possiamo leggere nelle cronache di  bambini ed adulti che indisturbati puntano tali raggi di luce intensissima e dannosissima verso animali, persone, veicoli, etc...

Innanzitutto vediamo come mai i puntatori laser superiori a 1 mW sono illegali, ed a quali sanzioni va incontro chi li produce, importa, commercializza o acquista. Premettiamo che i diodi laser di potenza fino ad 1 mW rientrano in classe 1 e 2 secondo la classificazione in base alla norma CEI  60825. I laser di potenza superiore ad 1 mW appartengono alla classe 3 e superiori, e sono illegali se venduti al pubblico sotto forma di puntatori o penne laser. Le norme CEI sono acquistabili presso http://www.ceiuni.it/

1) I diodi laser, montati sotto forma di "puntatori laser", ovvero oggetti maneggevoli a forma di penna, che emettono luce laser senza apposite schermature e protezioni, non possono essere prodotti, importati o venduti se superano 1 mW di potenza (sono consentite le classi 1 e 2). In pratica, il D.P.R. 459 del 1996, art. 2 comma1, Allegato A,  ne regolamenta la produzione, impedendo di fatto la produzione di "penne laser" o "puntatori laser" con potenza superiore ad 1 mW

2) I "puntatori laser" sopra 1 mW non sono conformi alla norma CEI EN 60825 e quindi non possono essere marchiati CE (Direttiva 2004/108/CE, recepita in Italia con il Decreto Legge n°197 del 9/11/2007). Se non sono marchiati CE non possono essere commercializzati. Chi li vende rischia il sequestro (oltre alla violazione del codice penale, vedi punto 4) e chi li acquista, rischia una sanzione amministrativa oltre al sequesto e la distruzione dell'oggetto.

3) I puntatori laser sopra 1 mW sono dei prodotti pericolosi, in base al Codice del consumo, Dlgs 206/2005, art 102 e successivi e in quanto tali vanno sequestrati e distrutti. Inoltre, anche qualora fossero di potenza inferiore a 1 mW (e quindi rientranti in classe 1 e 2) devono essere accompagnati da chiare istruzioni in italiano e da avvertenze circa la pericolosità dell'oggetto, in base all'Art. 9

4) I puntatori laser sopra 1 mW (con la sola esclusione di quelli chiaramente destinati a uso medico-scientifico) per chi li vende, fanno violare il codice penale. L'art. 650 del c.p.p., che viene contestato a chi importa, produce o commercializza puntatori laser di classe uguale o superiore a 3, per l'inosservanza dell'Ordinanza del ministero della salute 16 luglio 1998 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 167 del 20-07-1998. Il prodotto illegale, altresì, è soggetto a sequestro e successiva distruzione per via della pericolosità per la salute umana.
Circa il punto 4 va fatta una nota. Il Ministero della salute, nella sua ordinanza 16 luglio 1998, ha voluto evidenziare come i puntatori laser destinati ad uso medico-scientifico siano esclusi dagli effetti dell'ordinanza. Alcuni venditori, hanno pensato bene di appellarsi all'improbabile finalità scientifica di puntatori e penne laser di provenienza asiatica con potenza superiore ad 1mW per tentare di venderli liberamente come puntatori laser per uso "astronomico". Faccio notare, che in base alla norma CEI EN 60825 non è consentito in alcun caso produrre o importare "puntatori laser" o "penne laser" che possano danneggiare la vista durante il loro utilizzo (quindi superiori ad 1 mW). Quindi i puntatori laser superiori a 1 mW, per finalità diverse da quelle in campo medico-scientifico, non possono ottenere in alcun caso la certificazione CE e come tali non sono quindi commercializzabili. Inoltre, puntatori laser superiori ad 1 mW violano palesemente il D.P.R. 459 del 1996, art. 2 comma1, Allegato A. Come se non bastasse, puntare verso il cielo un laser di potenza superiore ad 1 mW potrebbe trasformarsi in attentato alla sicurezza del trasporto aereo, violando l'articolo 432 del codice penale. Quindi è evidente che nell'ordinanza del Ministero della Salute, nel 1998 si faceva riferimento a puntatori laser superiori ad 1 mW di potenza, destinati "esclusivamente" a finalità medico-scientifiche, e quindi incorporati in apparecchiature e dispositivi medici, per sole finalità terapeutiche e di ricerca scientifica, che in ogni caso per essere commercializzati oggi necessitano di marchio CE apposito (certificazione di conformità CE specifica per apparecchiature mediche). Un dispositivo medico-scientifico per uso sperimentale da laboratorio, richiede quindi una certificazione CE apposita, oltre alla rispondenza a tutta una serie di normative di sicurezza, che una penna-puntatore laser proveniente dall'Asia non potrà mai avere. Nessuna norma armonizzata CE, oggi consente la certificazione di un puntatore laser superiore ad 1 mW per uso astronomico.


Ma analizziamo dove si possono reperire tali oggetti illegali. Purtroppo il grosso della produzione mondiale di tali oggetti illegali, avviene indisturbato in Asia. Per qualche ignoto motivo, alcuni grossi paesi asiatici, nonostante facciano parte del WTO (World Trade Organization), consentono la produzione e l'esportazione dal loro territorio di "puntatori laser" con potenze sopra 1 mW e 5mW, nonostante essi siano oggetti la cui produzione è notoriamente vietata in gran parte del mondo. Da li, quindi, ogni giorno, superando con trucchi e raggiri le barriere ed i controlli doganali, entrano in Europa ed in Italia, "puntatori laser", importati in barba alla direttiva sicurezza macchine, alla direttiva sulla compatibilità elettromagnetica ed all'ordinanza del Ministero della Salute e quindi in violazione del codice penale.

Ma come fanno a comprare tali oggetti, se il commercio ed il possesso sono illegali? Molti venditori ambulanti abusivi, prevalentemente extracomunitari, vendono ormai "sotto banco" tali "armi ottiche". Non li espongono più come facevano anni fa in bella mostra sulle loro bancarelle (troppo spesso abusive) ma li nascondono nei loro borsoni, e li vendono su specifica richiesta;
altro canale illegale di approvvigionamento, sono i siti di aste online. Sui grossi portali di aste online, si vendono indisturbati puntatori laser illegali. Gli inserzionisti, apparentemente scrivono che sono conformi, da 1 mW ma nei fatti sono laser verdi ad alta potenza.
E per ultimo, ma non meno importante, è l'acquisto diretto tramite internet, sui siti dei fornitori asiatici. Dall'Asia si vendono indisturbati "armi ottiche" di elevata potenza, che passano indisturbate le frontiere, probabilmente all'interno di piccole buste e lettere, che esternamente sono molto discrete, e non riportano la natura del contenuto.
Le dogane purtroppo non riescono a controllare tutta la corrispondenza in arrivo dall'estero, in quanto al momento non sono in grado di controllare una tale mole di lettere provenienti dall'estero.

In ogni caso urgono misure urgenti e straordinarie sia a livello di WTO (World Trade Organization) per vietare la produzione e l'esportazione di puntatori laser ed "armi ottiche" oltre che nei paesi Occidentali, pure nei paesi Asiatici aderenti al WTO, che a livello di Agenzia delle Dogane per potenziare i controlli sulle merci e le lettere in transito presso i confini italiani ed europei.

Intanto negli Stati Uniti, alcune municipalità corrono ai ripari, emettendo proprie ordinanze, che prevedono il carcere (90 giorni) per chi fa uso improprio di puntatori laser, e una multa fino a 1000 dollari
Link alla legge: http://oceancitymd.gov/2010-25.pdf
Fonte: http://americancityandcounty.com/pubsafe/laser-pointers-restrictions-20100818/

giovedì 5 agosto 2010

Impostare suexec su WHM per ottimizzare joomla

Spesso capita, che su un sever linux con WHM (Web Host manager) Cpanel, capiti la necessità di ottimizzare Joomla, al fine di evitare che i file caricati dagli script php di Joomla abbiano propetarioe gruppo nobody:nobody

Ecco le impostazioni da fare, affinchè Joomla lavori e carichi gli script a nome dell'utente proprietario dello spazio web.

In pratica, da Service Configuration, si clicca su Configure PHP and SuExec, impostando il tutto nel seguente modo:
php 5 handler    cgi
php 4 handler     none
Default PHP version    5
Apache suEXEC      on


lunedì 26 luglio 2010

Ma dove ci sta portando sta Globalizzazione neoliberista?

Nel 2001, all'ingresso della Cina nel WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), in Occidente questo evento veniva salutato da uno stuolo di economisti, professori e utopisti illuminati, come l'inizio di una nuova era di prosperità e benessere per tutto il Mondo.

Molti di questi professori ed economisti vari, dimenticavano come gli esperimenti neoliberisti in passato, applicati su scala nazionale (vedi Cile), avessero solo portato a catastrofi nell'economia di quei paesi che avevano rinunciato ad una sana tutela e protezione delle produzioni nazionali.

Maurice Allais, Nobel francese per l'economia aveva previsto la grande crisi del 2008-2009 con anni di largo anticipo, studiando semplicemente i deleteri effetti dell'economia globalizzata, applicata alle economie occidentali.

Degno di attenzione e di nota, anche il movimento no-global che negli anni passati ha sottolineato con forza e con manifestazioni (condivisibili nelle intenzioni, ma discutibili per la troppa frequente infiltrazione di gruppi violenti) l'assurdità della globalizzazione neo-liberista.

In pratica, molti economisti neo-liberisti dei paesi Occidentali, erano convinti che potessimo vivere chiudendo le fabbriche, delegando il manufatturiero in Asia, dedicandoci solo ed esclusivamente alla finanza creativa ed alla ricerca e sviluppo. La finanza creativa è crollata miseramente e la ricerca e sviluppo ormai le fanno in asia, assieme al 99% dei prodotti che consumiamo. A noi restano milioni e milioni di disoccupati, e macerie dell'era industriale da spazzare via.

A questo punto, la crisi c'è stata nonostante si sarebbe potuta sia prevedere che evitare ed a fatica le economie occidentali cercano di riprendersi dalla devastazione completa portata dalla crisi globalizzatrice.

Infatti, nelle previsioni dei professori neo-liberisti, la Cina, mano a mano che si sviluppava, si sarebbe dovuta mettere a consumare agli stessi ritmi dei paesi occidentali, e così USA ed Europa avrebbero iniziato a produrre beni di alta tecnologia da vendere ai paesi asiatici in via di sviluppo. Ma qualcosa è andato storto, e i cinesi invece di consumare si sono messi a risparmiare come nessun altro paese al mondo. Così la Cina ha delle riserve di valuta enormi, e ha creato dei fondi sovrani con i quali sta comprando azioni e partecipazioni di industrie in mezzo mondo, senza però dare lavoro al di fuori dei confini cinesi.

Chi sta pagando per l'incapacità di prevedere una tale crisi ?  Gli operai.
Le piccole fabbriche, in Occidente chiudono senza sosta, incapaci di reggere la concorrenza sleale delle fabbriche asiatiche. Le grosse fabbriche, trasferiscono le produzioni in Europa dell'est, ed al di fuori della Comunità Europea per risparmiare sui salari degli operai.

Ma se gli operai li stanno licenziando, vorrei sapere chi comprerà sti prodotti fatti in Asia o nei paesi dell'est, in regime di dumping sociale e fiscale.

Questa tendenza di spostare le produzioni ad est deve finire.

I nostri governi devono iniziare ad attuare forti politiche protezionistiche alle frontiere e nelle dogane, al fine di tutelare il lavoro di milioni di operai occidentali contro l'invasione di merci scadenti ed a basso costo dai paesi asiatici, merci prodotte in regimi di dumping sociale e fiscale. Le dogane dovrebbero iniziare ad applicare seri dazi anti-dumping, che prevedano delle quote aggiuntive e specifiche ai fini della tutela del lavoro, della previdenza e del diritto alla salute degli operai delle fabbriche occidentali.

Ogni prodotto  a basso costo proveniente dall'Asia che entra in Italia, è una mina vagante che minaccia il lavoro dei nostri operai, delle loro famiglie, delle nostre conquiste sociali, previdenziali e del nostro stile di vita in genere. E' giusto che tali prodotti a basso costo che raggiungono le nostre dogane, siano tassati per una quota aggiuntiva, quota che compete alla protezione della nostra industria nazionale, facendo arrivare tali risorse economiche provenienti da tali dazi aggiuntivi, in casse speciali dedicate alla tutela del lavoro in Occidente.

A tal fine, si auspica una riforma serie ed urgente delle istituzioni europee anti-dumping, al fine di accelerare al massimo l'iter delle pratiche anti-dumping e di dare alle istituzioni coinvolte nelle procedure anti-dumping, maggiori poteri per la tutela dei sistemi sociali, previdenziali e produttivi europei.


Articoli consigliati:


Pelanda: è colpa della Cina se USA ed Europa sono più povere?

Cina, internet, sicurezza, globalizzazione: ma di cosa stiamo parlando?

Quando fini' la crescita

mercoledì 9 giugno 2010

Presentato il nuovo iPhone 4G

Salve Mondo.

E' stato presentato a San Francisco, il nuovo gioiellino super tecnologico della Apple, l'iPhone 4G.

Fra le novità più importanti rispetto ai modelli 3G, il 4G ha uno schermo con definizione aumentata (960x640 pixels, ovvero 0,6 mega Pix), fotocamera digitale da 5 Megapixels, con autofocus e zoom digitale da 5x, sensibilità sui movimenti su 6 assi.

Negli Stati Uniti la commecializzazione comincia il 24 Giugno, ed i prezzi oscilleranno da 199 dollari per la versione 16GB a 299 dollari per la versione 32GB.

In Italia, il nuovo gioiellino mega tecnologico, arriverà a Luglio. Lo aspettiamo con ansia, e non vediamo l'ora di provarlo e di avere questo gioiellino fra le mani.

martedì 8 giugno 2010

Come creare un cellulare spia

Salve mondo,

Nei giorni passati, avevamo già affrontato un argomento similare, nel seguente articolo:

Tecnologie per la sicurezza e la localizzazione dei telefoni cellulari.


Eccovi adesso una breve guida pratica, passo passo, su come creare un cellulare spia, che potrà essere controllato da distanza illimitata, mediante rete GSM oppure mediante Internet, via e-mail. Premetto che il software spia, va installato solo nel pieno rispetto della legge. Non installatelo su cellulari che non vi appartengono, in quanto si potrebbe violare la legge, se non si ha il consenso informato del proprietario del telefono.

Per prima cosa, ci servirà acquistare un software spyphone per cellulari spia. Tra i molti siti che offrono software spia per cellulari, Gsminfo mi è sembrato uno dei più affidabili in quanto a qualità di prodotto, assistenza e disponibilità del supporto tecnico sia online che telefonico. Rispondono molto rapidamente alle domande, e hanno un'ottima assistenza post-vendita.

Una volta acquistato il software adatto alle nostre esigenze (io personalmente ho installato sul mio Nokia E66 la Versione eMail PLUS ), l'installazione del file sul telefono può avvenire mediante cavo USB, mediante bluetooth o mediante micro SD. Gsminfo spedisce una microSD per semplificare al massimo l'installazione da parte dell'acquirente.

Una volta installato, il software andrà configurato. La configurazione avviene facilmente mediante un menu riservato, grazie al quale si potranno configurare tutte le funzioni che ci interessano. Parte della configurazione, può essere fatta pure mediante l'invio di alcuni comandi via SMS. Una volta configurato il software spia sul cellulare da spiare avremo il totale controllo di:

 SMS inviati e ricevuti;
 Lista delle chiamate perse, fatte e ricevute, con durata della chiamata, numero contattato, nome in rubrica;
 Latitudine e longitudine del cellulare a intervalli di tempo prestabiliti;
Il tutto viene ricevuto direttamente via email, su una casella di posta elettronica.


Inoltre, il cellulare che avremo impostato come controllore, se chiama il cellulare controllato o spiato, viene messo automaticamente in comunicazione, senza che questo squilli o compaia il numero sul display. Ciò ci consente di fare:

  Ascolto ambientale;
  Intercettazione telefonate.


L'intercettazione telefonata, può essere fatta, se viene attivata sulla SIM messa nel cellulare spia, la funzione conferenza a l'avviso di chiamata.

Lo stesso software, con le stesse caratteristiche, è comunque disponibile pure per cellulari spia windows mobile, iphone e blackberry.


Ovviamente si tratta di software molto potente, totalmente invisibile, che non lascia traccia di log delle sue attività sul cellulare spia, da installare esclusivamente nel pieno rispetto della legge. Installatelo solo sul vostro cellulare, per poterlo controllare e spiare a distanza in situazioni di emergenza o pericolo (antifurto, antisequestro, antirapina, controllo minori ed anziani incapaci di intendere e di volere). Se date il cellulare ad un parente, avvisatelo delle potenzialità del software installato e informatelo delle possibilità di controllo e monitoraggio che avete sull'apparecchio. Solo così facendo non si violerà la legge.

Apache 2 compilato con Visual Studio C + + 2008 VC9

Per gli amanti della perfezione, ecco il sito Apache Lounge dal quale scaricare Apache 2 compilato con Visual Studio C + + 2008 VC9

I file binari sono compilati scaricando i sorgenti direttamente da ASF (http://httpd.apache.org) e contengono le patch più recenti. Su ASF, invece, i binari Windows sono compilati usando VC6.

Una volta lanciato httpd.exe compilato con VC9, se usate PHP, scaricate i binari di php compilati con VC9.

lunedì 7 giugno 2010

RAEE: Iscrizione Albo Nazionale Gestori Ambientali entro il 18 Giugno 2010

Salve mondo,

per tutti coloro che gestiscono un negozio di articoli elettrici/elettronici o un laboratorio di assistenza tecnica elettronica/informatica, dal 18 Giugno, scatta un nuovo obbligo, ovvero l'iscrizione all'Albo Nazionale Gestori Ambientali.

Quindi, per tutti i negozi o i laboratori già esistenti alla data del 18 Giugno 2010, l'obbligo di iscrizione deve essere onorato entro e non oltre il 18 Giugno del 2010. Per tutti i negozi o laboratori che nasceranno dopo il 18 Giugno 2010, immagino la regolarizzazione andrà fatta contestualmente all'apertura del punto vendita o del punto assistenza.

Grazie a tale iscrizione, i negozianti potranno ritirare dai clienti, in caso di nuovo acquisto, un prodotto equivalente a quello acquistato (ritiro uno ad uno), ma ormai giunto a fine vita, ed avviarlo presso l'isola ecologica comunale, per un corretto smaltimento nel pieno rispetto dell'ambiente.

Ma come iscriversi? Iscriversi è semplicissimo. Ecco le poche e semplici mosse da fare:

1) andare sul sito http://www.albonazionalegestoriambientali.it ed entrare nella sezione relativa alle REGIONI.
2) individuare la sezione competente, in base alla propria regione
3) segnarsi il codice del conto corrente postale, e fare due versamenti. Uno di euro 50,00 con causale "diritto annuale iscrizione raee albo nazionale gestori ambientali", ed un'altro di euro 10,00 con causale "diritto di segreteria iscrizione raee".
4) andare sul sito della propria camera di commercio, ed individuare nella sezione RAEE - AMBIENTE il numero di conto corrente dell'agenzia delle entrate, concessioni governative, competente per territorio, e fare un versamento di euro 168,00 con causale "iscrizione raee albo gestori ambientali, altri atti".
5) scaricare il modulo di iscrizione, di cui all'allegato A, della delibera del comitato nazionale dell'albo, n.1 del 19/05/2010 facendola firmare al rappresentante legale dell'impresa, e apponendo una marca da bollo di euro 14,62 ogni 4 pagine compilate (le pagine non compilate non valgono per il calcolo) avendo cura di compilare bene le pagine 11,12 e 13 (compresi i "codici elenco europeo dei rifiuti")
6) allegare la copia di un documento di indentità del legale rappresentante, e inviare il modulo compilato, assieme alle attestazioni degli avvenuti pagamenti, a mezzo raccomandata, alla propria sede regionale dell'albo nazionale gestori ambientali

Ogni anno, va pagato il diritto annuale di 50 euro, entro aprile. Ogni 5 anni, va rinnovata l'iscrizione.

Per qualsiasi chiarimento, rivolgersi esclusivamente alla propria camera di commercio, o alla sezione regionale dell'albo nazionale gestori ambientali.

sabato 22 maggio 2010

Web cam posta a 1500 metri sotto il livello del mare dalla BP

La British Petroleum, ha installato una web cam a 1500 metri di profondità, per permettere di visionare in tempo reale la perdita di petrolio e gas naturale nei fondali del golfo del Messico

http://www.bp.com/liveassets/bp_internet/globalbp/globalbp_uk_english/homepage/STAGING/local_assets/bp_homepage/html/rov_stream.html

mercoledì 19 maggio 2010

tecniche e software anti-virus, anti-malware, anti-rootkit, anti-rogueware

Salve,

chiunque utilizzi un sistema operativo Windows (TM), ha almeno una volta sperimentato un'infezione da virus informatico sul proprio PC.
Windows è un ottimo sistema operativo, ma essendo il più diffuso in assoluto (si parla di più dell'80% dei PC desktop a livello mondiale) è anche il più attaccato.

Difendere il proprio PC da minacce vecchie (virus) e nuove (malware, rootkit, rogueware, etc..) è fondamentale. In nostro aiuto vengono diversi tools, sia gratuiti e non, che ci aiutano a proteggerci da queste minacce, che fra l'altro possono avere conseguenze molto pesanti come perdita di dati importanti, o furto di dati sensibili (come password, numeri di carte di credito, conti bancari etc..)

Su un PC moderno, non dovrebbero mancare i programmi anti-malware, anti-rootkit, anti spyware

Eccone alcuni gratuiti, fra i migliori:

Free Avira
(protegge in tempo reale)
Microsoft Security Essentials (protegge in tempo reale)
Free AVG (protegge in tempo reale)
ClamWin (non protegge in tempo reale; fa solo scansioni)
SpyBot S&D (protegge in tempo reale)

Altri ottimi, a pagamento:

ESET NOD32
KASPERSKY
AVIRA PREMIUM
G-DATA TOTAL CARE

Inoltre, un piccolo tool gratuito che non dovrebbe mai mancare nei cassetti vicino al nostro PC:
Avira AntiVir Rescue System

Si tratta di un CD gratuito, che effettua una scansione del nostro PC, facendo il boot direttamente dal lettore CD/DVD. Ciò ha il vantaggio, che scansiona l'hard disk senza che il sistema operativo Windows sia caricato, e quindi è in grado di rilevare qualsiasi file pericoloso che si annida nel nostro PC. Consiglio, almeno una volta a settimana, di fare una scansione totale dell'hard disk con questo tool. Si può scegliere o di eliminare totalmente i file infetti (lo sconsiglio, in quanto potremmo perdere qualche file importante) oppure di impostare il programma di rinominare con un'estensione .virus i file infetti

Tecnologie per la sicurezza e la localizzazione dei telefoni cellulari

Salve mondo,

il telefono cellulare, il cosiddetto telefonino, ormai ha prepotentemente invaso la vita di tutti i giorni di quasi tutti gli abitanti del pianeta. Questo fedele compagno di tutti i giorni, non si stanca mai di farci comunicare e quindi di farci stare in contatto con amici, parenti, partner, soci, ci fa fare affari etc...

I primi cellulari non erano altro che delle piccole scatoline di plastica, con un piccolissimo display a cristalli liquidi, con a stento i tasti per comporre i numeri e per iniziare o terminare la chiamata. Oggi avere in mano un moderno cellulare, significa avere in mano un mini PC che oltre a permetterci di telefonare e di controllare amici, parenti soci, ci fa chattare, ci fa spedire email, ci fa sapere la localizzazione GPS etc...

Ho avuto modo pure di apprezzare e di provare dei tool software, estremamente potenti, che una volta installati su un cellulare di ultima generazione, consentono di poterlo rintyracciare mediante un altro telefonino, o addirittura mediante un PC, tramite email.

Tutte le chiamate fatte e ricevute, verranno registrate automaticamente dal vostro telefonino, ed inviate automaticamente su un indirizzo di posta elettronica. La stessa cosa per quanto riguarda gli SMS inviati e ricevuti, come per i numeri di telefono chiamati o chiamanti, per non parlare pure della localizzazione GPS a distanza: in pratica, si potra' sapere in caso di smarrimento o furto, la posizione del proprio telefonino.

Tali tool software, si trovano in vendita su diversi siti web, qui di seguto elencati, alcuni dei quali ho avuto modo di verificare e/o apprezzare per la serietà e la funzionalità dei prodotti trattati:

GSMINFO, Cellulari e Telefonini Spia - Sistemi Software ed Hardware per le Telecomunicazioni
BETAGLOBE, Prodotti per la Sicurezza Elettronica ed Informatica

Si può persino chiamare il cellulare dove abbiamo installato il software, e ascoltare discretamente i rumori ambientali e le voci nelle immediate vicinanze del cellulare (ottimo per controllare bambini piccoli, oppure case di campagna isolate ).

Lasciando il cellulare nella nostra macchina, potremo sapere persino dove l'abbiamo lasciata parcheggiata.

I sistemi operativo supportati da questi potentissimi software, sono Symbian S60 v9.4 , Windows Mobile v6.1 / v6.5 , BlackBerry, iPhone. Circa l'iphone, pare che si debba effettuare prima dell'installazione, una modifica firmware all'iphone stesso, che però ne potrebbe invalidare la garanzia. I marchi ed i nomi precedentemente citati, sono marchi commerciali appartenenti ad i loro legittimi proprietari

E' ovvio che se tali potenti tools software vanno utilizzati, servono esclusivamente per monitorare le funzioni GSM e/o GPS del proprio stesso cellulare.

domenica 28 marzo 2010

Bloccare l'accesso ad un server Windows ad un'intera nazione o continente

Salve Mondo...

Uno dei problemi maggiori che deve affrontare oggi un amministratore di sistema, è vedere il proprio server web o smtp attaccato costantemente, senza tregua.

Non basta tenere aggiornati i CMS, i software ed il sistema operativo; gli attacchi, su tutte le porte disponibili continueranno imperterriti, sfruttando bug vecchi e nuovi, noti e meno noti.

Basta dare un'occhiata ai log di qualsiasi server web per rendersene conto.

Ma un modo per ridurre drasticamente tali attacchi esiste, ed è veramente eccezionale. In pratica, gli attacchi provengono in genere da una o più nazioni ben definite. Sfruttando un servizio whois, basta analizzare da quali continenti provengono gli attacchi, e bloccare tutto il traffico proveniente da tali luoghi. In genere si tratta di paesi asiatici, o di paesi sud americani. Se per il proprio sito web, non ha rilevanza mantenere traffico da tali paesi, tagliargli la connessione di netto, fara' dormire notti un tantino più tranquille.

A seconda della piattaforma utilizzata, esistono diversi metodi. Elencherò per comodità dei sistemi per bloccare a livello di interfaccia di rete, tutto il traffico proveniente da una determinata nazione:

Linux: basta utilizzare le iptables. Sul web si trovano diversi script, in grado di bloccare tutto il traffico ip proveniente da determinate nazioni. Eccone alcuni:

http://www.cyberciti.biz/faq/block-entier-country-using-iptables/

http://www.howtoforge.com/blocking-ip-addresses-of-any-country-with-iptables

Questi sono solo un paio di esempi, ma in giro per il web se ne trovano tanti altri. Questi due mi sono sembrati i più significativi.

Per chi ama il sistema operativo Windows (tm) esistono degli script da far girare per IPSEC e per le security policies. Ecco un esempio testato con successo:

http://www.spambutcher.com/art1/425770/

Sfrutta il tool ipseccmd. Lo script è pure simpatico.

Ma per agevolare le cose su windows, ecco un bel programmino Windows, BeeThink IP Block, che agisce a livello NDIS (Network Driver Interface Specification) e che in un sol colpo, è configurabile per bloccare intere nazioni, scaricando semplicemente un file deny per htaccess secondo Apache. Proprio così, basta importare un semplicissimo file htaccess deny, da http://www.countryipblocks.net/ e il programma BeeThink IP Block proteggerà a livello di scheda di rete il nostro server, bloccando tutto il traffico indesiderato proveniente da determinate nazioni. Occhio che verrà bloccato proprio tutto il traffico, e non passerà un solo bit.

Il vostro server, ne sarà felice.

sabato 23 gennaio 2010

Ruolo rivisto delle dogane nel nuovo mondo globalizzato ed il nuovo "PROTEZIONISMO SOCIALE"

C'erano una volta un gruppo di economisti, codiddetti neo-liberisti, che, ideologizzando in maniera un tantino eccessiva e fin troppo azzardosa, pensavano che abbattere i dazi fuori da ogni controllo, e favorire la libera circolazione delle merci provenienti dai paesi dell'estremo oriente e dall'Asia, avrebbe reso un grosso vantaggio economico all'Occidente. Parlavano della cosiddetta Globalizzazione neo-liberista, che oggi come oggi, sta rendendo insonni le notti di molta gente in Occidente. Questo genere di economisti, probabilmente sognavano ad occhi aperti, in quanto il loro modello, non aveva avuto prima d'allora un vero riscontro nella realtà, e sottovalutavano in maniera eccessiva tutti gli aspetti negativi che la realizzazione di un tale quatro, totalmente scriteriato, avrebbe poi in effetti portato; sti economisti globalizzatori neo-liberisti li vedevi spuntare come i funghi in qualsiasi trasmissione o a qualsiasi tavolo dove si parlava di futuro dell'economia e, circondati da decine e decine di studenti giovani, interessatissimi ad ascoltare le loro teorie volte ad abbattere lo statalismo ed il controllo degli stati sull'economia di mercato, erano seguitissimi e presi in seria considerazione nonostante la loro ideologia avesse parecchi aspetti tanto ideologizzati quanto utopici. Li vedevi mentre con sicurezza estrema, davano ormai per scontata la globalizzazione dell'econimia, e ci illudevano, facendoci vedere un nuovo mondo, in cui in occidente riuscivamo a mantenere il nostro tenore di vita e le nostre conquiste sociali, creando nuovi posti di lavori vivendo semplicemente di servizi, di finanza creativa, di sviluppo ed innovazione, mentre in Oriente si spostavano i grandi capitali per finanziare enormi costruzioni,  e quindi di conseguenza si trasferivano tutte le grosse industrie e le grandi produzioni di massa, laddove lavoravano milioni di operai sottopagati ed a basso costo, producendo di tutto (dall'aglio, fino ad arrivare alle navi da crociera). Di fatto, la fine dell'era industriale per l'Occidente, e l'inizio di una nuova era globalizzata, a loro modo di vedere le cose. E noi assieme a questi grandi economisti, guardavamo questo nuovo mondo utopico, globalizzato, ormai quasi rassegnati, in quanto tutto era stato già deciso dentro le stanze dei bottoni ed all'interno dei circoli del potere mondiale, mondo globalizzato con l'economia e le produzioni tutte nelle mani di una singola "entità planetaria", e noi in Occidente, non producendo piu' nulla e con un tasso di natalità prossimo allo zero, stavamo li belli, zitti e contenti con i nostri servizi a valore aggiunto, con i nostri studi, le nostre università uniche al mondo e con la nostra finanza creativa, continuando a ideologizzare assieme a questi grandi economisti illuminati, raccondandoci storielle che probabilmente non avevano nulla ad invidiare alla favola di Alice nel Paese delle Meraviglie. In parte avevano ragione, in quanto le prime aziende che hanno cominciato a licenziare in occidente, e a delocalizzare in Oriente, hanno tratto grossissimi vantaggi per le loro casse, portando in tasca profitti spaventosi, in quanto sono riusciti a proporre prodotti in un Occidente ancora ricco, a prezzi molto più bassi rispetto alle stesse fabbriche che ancora si ostinavano a produrre in Occidente, pagando (giustamente) salari alti ai loro operai e pagando (giustamente) i contributi pensionistici ai loro operai. Gli operai occidentali, licenziati in quella prima fase, riuscivano subito a ritrovare lavoro nel terziario avanzato, in quanto nel frattempo gl amici di questi grandi economisti, si erano inventati la cosiddetta "finanza creativa" che stampando soldi dal nulla e vivendo di bolle speculative, faceva diventare noi occidentali tutti ricchi, creando fittizziamente nuovi posti di lavoro, in settori totalmente vuoti, dove non si produceva ricchezza reale, ma solo fittizzia. Molti hanno seguito le idee di tali economisti, facendo fare un salto nel buio a mezzo mondo. Per fortuna o per sfortuna questo quadro meraviglioso ed idilliaco di un mondo nuovo, globalizzato e neo-liberista infatti è durato pochissimo, ed oggi sti tizi, dopo la recessione mondiale del 2008-2009 non li vedi più comparire ad alcun tavolo, e nessuno riesce più a vedere il futuro roseo per l'Occidente, promesso da questi  grandi maghi dell'economia e della finanza.

Finita l'era dell'utopia neo-liberista, adesso ci ritroviamo con la realtà nuda e cruda davanti ai nostri occhi. Un cumulo di macerie; una montagna di detriti insormontabile. Disoccupazione, debito pubblico, prodotti asiatici a prezzi ridicoli, talvolta poco sicuri o addirittura tossici, che invadono in quantità spaventose i nostri mercati. I giovani che vedono svanire nel nulla il sogno di trovare il posto sicuro in fabbrica, a 18 anni, che ti sistemava per tutta la vita.

Oggi ci ritroviamo con le grosse fabbriche Occidentali, (le poche che ancora riescono a stare aperte), che delocalizzano in massa le produzioni verso i paesi asiatici; in Asia le università stanno superando le università occidentali quanto a numero di laureati ed a brevetti industriali e sfornano ingegneri, medici, ricercatori, scienziati, matematici a più non posso, che per un decino di paga rispetto ai loro colleghi occidentali, fanno gli stessi lavori per le grandi multinazionali (peraltro ormai per la gran parte sotto il controllo dei capitali sovrani di paesi emergenti, spessissimo governati da regimi dittatoriali e totalitaristi), e molte idee innovative nel campo della ricerca e dello sviluppo ormai provengono da Oriente; i governi asiatici, impongono alle fabbriche nazionali di ridurre in maniera spaventosa la percentuale di brevetti occidentali presenti nei loro prodotti, spingendo le fabbriche a produrre al 100% prodotti altamente tecnologici, ingegnerizzati totalmente da tecnici orientali; le grandi banche occidentali sono in crisi per via dei soldi persi a causa degli investimenti sbagliati fatti nei prodotti derivati, e nella finanza creativa, che ha creato enormi bolle speculative, soprattutto immobiliari; milioni di operai occidentali disoccupati, che non sanno dove andare a cercare lavoro; i governi Occidentali che si stanno indebitando fino al collo per pagare sussidi di disoccupazione e cassa integrazione, mentre gli stessi governi erano fino a pochi anni fa indaffarati ed impegnati su come gestire l'enorme flusso di denaro che entrava nelle loro casse, per via delle tasse pagate dalle fabbriche, e dalle tasse caricate sugli stipendi dei milioni di operai che lavoravano tutti i santi giorni. ora tutto questo comincia a mancare, e il terreno comincia a franarci sotto i piedi.

Globalizzazione, disoccupazione, delocalizzazione, protezionismo e anti-duping . Ecco le cinque parole che hanno forti legami fra di loro, e che ripeteremo fino alla nausea nei prossimi 20 anni.

In pratica, in questo nuovo ordine mondiale, realizzato in meno di 20 anni, dai grandi economisti neo-liberisti, ci ritroviamo con i paesi dell'estremo oriente e dell'Asia che avranno letteralmente in mano le redini delle più grosse produzioni mondiali di beni di consumo (automobili, elettrodomestici, elettronica di massa, vestiario, giocattoli etc..), con università asiatiche che fanno ricerca e sviluppo, facendo diretta concorrenza ai poli di ricerca occidentali, e fra non pochi anni, gli ex-operai degli ex grandi paesi occidentali, dovranno bussare alle porte di questi paesi, per chiedere un pochino di lavoro, con stipendi sottopagati e senza protezioni sociali degne di un Occidente che ha lottato quasi 100 anni prima di vedere integrate certe ideologie sociali, nel proprio DNA dottrinario.

In meno di 20 anni, abbiamo ridotto in cenere buona parte del nostro unico ed incredibile sviluppo sul piano industriale, sociale ed umano, delegando i paesi asistici, a gestirci la ricerca, l'innovazione, la produzione e tanto altro. Il neo-liberismo globalizzatore, è stata la peggiore, la più perfida, la più raffinata e la più subdola arma in assoluto mai concepita dalla mente umana, per abbattere o minare drammaticamente alle basi, le conquiste sociali ed i sistemi previdenziali messi su in Occidente, dopo secoli di lotte sociali, per dare alle masse ciò che l'autoritarismo, il totalitarismo e il capitalismo senza regola avaveno loro negato. Addirittura, oggi è sempre più facile, sentirsi dire qui in Occidente, che la paga di un operaio Occidentale è troppo alta, e quasi quasi sono giuste le paghe degli operai Asiatici, spesso nel silenzio gelido e più assoluto dei rappresentanti sociali: SIAMO ARRIVATI VERAMENTE AL CAPOLINEA. Gli operai licenziati, o senza stipendio da mesi, ormai, sono costretti a rimanere notti e notti al gelo, sui tetti delle loro fabbriche in via di smantellamento (per delocalizzare in Asia) per affermare il diritto al lavoro ed al salario dignitoso, cui hanno diritto, diritto che la globalizzazione neo-liberista vuole loro di fatto negare.
Le masse (contadine, operaie e social-borghesi emancipate) hanno osservato con meraviglia l'avanzata della globalizzazione, spesso con felicità, in quanto come funghi spuntavano un pò ovunque grossi centri commerciali che importavano milioni di container direttamente dall'Asia, riempendo gli scaffali con merci a basso costo, che riempivano con l'illusione le case della gente comune. Ma nulla viene donato gratis, ed alla fine i nodi tornano al pettine, arrivando prima o poi il conto da saldare: disoccupazione, aumento dei costi dell'energia, dell'acqua, della telefonia, della benzina, difficoltà a trovare il primo posto di lavoro, spostando troppo in avanti negli anni l'età per formarsi una famiglia, al fine di dare certezze alla propria esistenza.

Ma la soluzione per fortuna esiste, e anche se potrà arrivare in ritardo, si chiama PROTEZIONISMO SOCIALE.
Il protezionismo fine a sestesso, è un male, tanto quanto la globailzzazione. Ma quando si deve curare un malato, i medici hanno imparato un'arte, ovvero quella di maneggiare ed usare sostanze potenzialmente tossiche, chiamate farmaci, che benchè tossiche, usandole nelle dosi e nei tempi giusti, riescono a curare l'organismo e a distruggere la malattia.
Il mondo occidentale, oggi è malato, e la parte che rischia maggiormente di soccombere o essere danneggiata sono le conquiste sociali ottenute in secoli di lotta dai lavoratori, e pertanto il nostro sistema deve prendere la medicina. La medicina giusta è il "protezionismo sociale", e siccome il protezionismo fine a se stesso è tossico se usato ad alte dosi, lo dobbiamo usare a piccole dosi, e nei tempi giusti, e solo laddove serve a tutelare le conquiste sociali dei lavoratori.
Maurice Allais , nobel per l'economia, già nel 2005 aveva detto che il protezionismo fra paesi con sistemi sociali differenti, era necessario. Ad esempio, se un paese produce automobili, e paga gli operai un decimo rispetto alla paga di un operaio europeo, l'Europa è giusto che innalzi una barriera protezionistica nei confronti di tale paese, imponendo dazi pesanti in dogana, al fine di tutelare il lavoro dei propri operai. Invece, le automobili provenienti da paesi con sistemi sociali paragonabili e simili a quelli europei, dovranno essere gravate da dazi molto più bassi.

I neo-liberisti non sono stati in grado di prevedere la crisi globale, che sta inviestendo come una tempesta, i mercati. Ed oggi, gli stessi economisti, insistino nel dire che il protezionismo non è la soluzione contro la bestia da essi stessi creata, la globalizzaizone neo-liberista. Ma per logica, chi è causa di un male, non è in grado di dare la soluzione. Maurice Allais, fu uno dei pochi, che sottolineò la pericolosità di creare un sistema globalizzato neo-liberista, e già all'epoca delineò quella che doveva essere la tendenza delle nostre economie di mercato nei confronti delle importazioni provenienti dai paesi con sistemi sociali differenti: PROTEZIONISMO SOCIALE. In effetti, se produrre un prodotto in Italia (ad esempio 1 caffettiera) costa all'industria italiana 5 euro, ed all'industria asiatica 1 euro, quei 4 euro di differenza, sono il valore che lo stato italiano perde, permettendo all'industria asiatica di vendere in regime di concorrenza "sleale" i suoi prodotti in Italia, causando pertanto il licenziamento di milioni di operai. Con quei 4 euro di differenza, lo Stato può garantire alla propria pololazione servizi, previdenza e lavoro. Lo Stato è quindi in dovere di tutelare la propria industria (con l'annessa occupazione) dalla concorrenza sleale dei paesi asiatici, che producono in regime di dumping sociale e fiscale

Le dogane hanno un ruolo fondamentale nella cura del malato, e diventano anno dopo anno sempre più importanti ed essenziali per impedire che grosse e piccole fabbriche occidentali chiudano per sempre, con la conseguente perdita di preziosissimi posti di lavoro.

Già gli USA hanno imposto dazi per l'importazione di pneumatici e di tubi in acciaio (leggi), con il consenso dei sindacati, al fine di salvaguardare l'industria nazionale. La Russia ha deciso recentemente di aumentare i dazi per l'importazione di autovetture straniere (leggi) Molti paesi seguiranno tali esempi per salvare le industrie nazionali e milioni di posti di lavoro. L'Unione Europea di recente ha rinnovato i dazi sulle calzature, e si pensa di introdurre dazi e controlli stringenti alle dogane per molti altri prodotti (certificazioni CE, certificazioni Rohs) al fine di evitare l'importazione di merci pericolose per la salute dei consumatori.

I nostri governi, pertanto, faranno bene a potenziare nei prossimi anni le strutture doganali, al fine di rallentare il più possibile l'invasione di prodotti dall'Oriente, a prezzi stracciati, mettendo in atto tecniche anti-dumping, al fine di ridare ossigeno alle nostre economie occidentali, malate di globalizzazione, di delocalizzazione e di disoccupazione.

Produrre in occidente, a prezzi di poco superiori, ed adottare il PROTEZIONISMO SOCIALE per quanto riguarda i prodotti importati, vuol dire mantenere in piedi il sistema previdenziale-pensionistico, le tutele sociali di cui ormai gode la popolazione ed i posti di lavoro; difendere le frontiere dall'invasione di prodotti a basso costo, significa proteggere secoli di conquiste sociali. Così facendo, favoriremo in Oriente la nascita di una società più giusta e più equa nei confronti dei lavoratori orientali.

E' giusto che i beni siano prodotti un pò ovunque, ma è anche giusto che l'operaio che li produce in Oriente, sia pagato il giusto, e che gli siano pagati i contributi pensionistici. Così facendo, da noi arriveranno prodotti orientali a prezzi sovrapponibili a quelli delle nostre industrie occidentali, e quindi sarà il consumatore a scegliere in base alla qualità ed all'assitenza, e non più in base al solo prezzo, artificiosamente ribassato a causa di politiche sociali nei confronti dei lavoratori messe in atto nei paesi orientali,  totalmente non condivisibili da parte del mondo Occidentale sviluppato.
In mancanza di politiche sociali eque nei confronti degli operai orientali, non resta altro che alzare artificialmente barriere doganali, con dazi anti-dumping sociale. Inoltre, bisogna impedire la delocalizzazione selvaggia delle grandi industrie, che licenziano gli operai occidentali, per andare a produrre in oriente, pagando la stessa manodopera molto meno. La delocalizzazione per ragioni di dumping sociale, è ingiusta e a tal fine, andrebbero presi provvedimenti da parte dei governi occidentali, contro le fabbriche che licenziano in Occidente e delocalizzano le produzioni in Oriente, solo per trarre un ingiusto profitto togliendo il salario all'operaio occidentale, e pagando meno l'operaio Orientale.


I manager, che pensano che pagare meno un operaio asiatico sia una cosa giusta, al fine di fare profitto, sbagliano di grosso. Uno stipendio di un operaio occidentale, è scaturito da anni di lotte sociali, e se pensano di annullare i benefici raggiunti nelle fabbriche, e la sicurezza raggiunta, portando i loro capitali nei paesi asiatici, fanno un grave errore, in quanto prima o poi il boomerang scagliato dalla loro voglia di profitto a tutti i costi, ritornerà indietro, colpendo loro, e colpendo poi tutti.